Gianni Sgrò è un imprenditore sorprendente. Calabrese, titolare della catena di supermercati Naturium, quattro punti vendita tra i comuni di Cosenza e Catanzaro, ha fatto dell’umanità un vessillo fatto di gesti naturali ma di grande impatto. L’umanità per Gianni è un concetto semplice, come bere un bicchier d’acqua. Questa è la sua storia.
L’acqua e il senso di responsabilità
Il sentiero scende dolcemente fino alla “Fontana Vecchia”. La Fontana è un punto di riferimento della comunità e le famiglie senza acqua corrente si approvvigionano lì. Ogni giorno Gianni Sgrò arriva alla Fontana, riempie il barilotto da cinque litri che mamma Vincenzina gli ha affidato e torna a casa. Un chilometro, in salita, che Gianni percorre più di una volta al giorno. Mamma Vincenzina, infatti, gli ha affidato il compito di mantenere la casa sempre rifornita di acqua fresca. Gianni esegue coscienzioso, anche se ad ogni risalita gli sembra che il barilotto si faccia sempre più pesante. Ma Gianni non cede. Il compito va eseguito rigorosamente.

Gianni nasce a Satriano, in Calabria, in una tradizionale famiglia del sud. È l’ultimo di sei figli. La famiglia Sgrò è una famiglia umile, che vive con grande dignità. Vincenzina, la madre, è la plenipotenziaria. Francescantonio, il padre, è emigrato in Germania agli inizi degli anni ‘70 per sostenere la famiglia. Si stabilisce a Winnenden, non lontano da Stoccarda, dove lavora come imbianchino per otto anni. Una volta all’anno torna a casa. Tocca così a Vincenzina, una lavoratrice instancabile, governare la famiglia e crescere i figli. Per avere un minimo di controllo e per essere aiutata in casa affida un compito a ogni figlio. Solo Maria, la figlia maggiore, gode di una specie di “salvacondotto”. Siamo in un’epoca in cui il primogenito è il figlio su cui investire per il futuro: a Maria quindi l’onere e l’onore di studiare, gli altri aiutano in casa.
Gianni è un bambino vivace e il compito che gli è stato affidato ha anche lo scopo di disciplinarlo. Con il passare del tempo l’approvvigionamento dell’acqua diventa quasi un simbolo. Ogni tragitto è una lezione di senso di responsabilità, rigore, ordine ed eccellenza. “Dovevo cambiare l’acqua e mantenerla sempre fresca. A quel tempo non capivo perché. Poi negli anni ho compreso che mia madre mi stava trasmettendo anche dei valori, primo tra i quali il fatto di appartenere a una comunità e che in una comunità ci si prende cura l’uno dell’altro. È stata la mia prima palestra”.
Il supermercato
I figli crescono, alcune si sposano. Suo cognato è il titolare di un supermercato a Soverato e prende in simpatia quel bambino brillante che porta l’acqua e lo invita ad aiutarlo al supermercato.
Gli inizi di Gianni al supermercato sono subito impegnativi. Ogni giorno, dopo la scuola, si precipita al punto vendita e si occupa di sistemare gli scaffali. È amore a prima vista. È un lavoro sistematico, fatto di metodo. I valori che si sono radicati in Gianni nei chilometri percorsi tra il pozzo e la casa finalmente trovano il loro senso. Il lavoro di Gianni va oltre. “Mi ricordo che chiudevamo il supermercato e ci recavamo presso i piccoli agricoltori che producevano eccellenze. Caricavamo il furgone in modo esagerato di prelibatezze e la mattina successiva lo scaricavamo insieme”.
L’adolescenza di Gianni è fatta di dedizione al supermercato. Ogni sera chiude alle 21. Un orario che complica la vita sociale. Per fortuna in una palestra vicino al supermercato c’è un corso di ginnastica a corpo libero che incomincia proprio alle 21. Gianni si iscrive e si applica con la consueta dedizione. Una sera entra per caso nella sala pesi e prova ad allenarsi. Sarà l’attrazione della novità o la reminiscenza del peso del barilotto con cui portava l’acqua a casa dal pozzo, ma tra Gianni e la palestra scatta un colpo di fulmine. La disciplina della sala pesi gli è familiare. I progressi sono velocissimi e due anni dopo è campione italiano di body building. Con il tempo, e con i risparmi del lavoro al supermercato Gianni apre la propria palestra. È un successo. Grazie alla sua notorietà e alle sue vittorie le iscrizioni sono ben al di sopra delle aspettative.
Dove supermercato e palestra si incontrano…
Il supermercato per Gianni è un luogo di esaltazione del benessere. Già nel 1990 Gianni è tra i primi, se non il primissimo, a organizzare il comparto salutistico. Al centro i prodotti del brand “Finestra sul Cielo”, azienda piemontese tra le prime in Italia a produrre cibi macrobiotici . “Sconosciuta agli scaffali dei grandi marchi della distribuzione, io avevo invece imposto che i metri lineari dedicati alla macrobiotica fossero otto”. Gianni è sempre più coinvolto nei processi del supermercato. Seleziona il personale, gestisce gli ordini e mantiene i contatti con i fornitori, sceglie gli assortimenti, elabora la strategia commerciale. Gianni è in continua evoluzione. Scopre che, in fondo, palestre e supermercato hanno più cose in comune di quanto si possa pensare. Il benessere è fatto di un corpo in forma e un’alimentazione sana e completa. Un’equazione semplice, come la formula dell’acqua. E nella sua semplicità Gianni comincia a organizzare conferenze invitando a Soverato i più autorevoli nutrizionisti. La visione di Gianni si rifà è l’ecosofia, vale a dire quella visione olistica per la quale l’essere umano è parte integrante dell’ecosistema: ogni persona deve vivere in equilibrio con sé (tra corpo, mente e spirito) e con l’ambiente in cui si trova (le altre persone, gli animali, la terra). Nella ecosofia supermercato e palestra si incontrano.
Guardando Quark Gianni conosce e impara ad apprezzare Carlo Cannella, un nutrizionista che ha lavorato anche con Piero Angela. Organizzare una conferenza a Soverato con il professor Cannella diventa per lui quasi un’ossessione. E ci riesce. La mattina il professore incontra i medici, nel pomeriggio gli atleti e tutti coloro che sono interessati a saperne di più. Il successo non altera il profilo di Giovann,i che rimane modesto. Senza accorgersene ha scoperto la sua vocazione: prendersi cura della sua comunità.
L’umanità della comunità
L’umanità è “un senso di attenzione” verso le persone. “Quelle persone che possono avere dei problemi che non mostrano”. In senso più ampio vuol dire dedicare attenzione alla comunità.
Gratitudine, mettersi nei panni degli altri, trattare bene le persone sono i temi che Gianni associa all’umanità. Concetti semplici. Persino banali. Ma la parola banalità risveglia un ricordo del corso di strategia all’università. Nella versione italiana del testo di management “Gestione strategica dei servizi”, di Richard Normann, economista svedese c’è la prefazione del professor Gianfranco Piantoni. Il professore definisce il libro importante perché in esso si parla anche delle cose banali e citando il suo professore di lettere al liceo conclude : “le cose più difficili da capire sono quelle sempre dette ma mai fatte, perché bollate con l’etichetta della banalità”. Ecco, le azioni di Gianni Sgrò sono importanti perché sono banali.
Come è banale servire un bicchier d’acqua fresca a tutti gli avventori del supermercato. Sì, un gesto banale che diventa importante se si pensa che quel giorno il caldo era tale da sciogliere l’asfalto. “Quante volte leggiamo che dobbiamo mettere in atto buone pratiche dal punto di vista organizzativo per rispondere al consumatore? Per poterlo fare, e fare bene, devi metterti nei panni dell’altro. Quel giorno notavo che la gente che entrava nel supermercato era affaticata. La loro sofferenza poteva essere ridotta da un gesto piccolissimo che non costa nulla: un bicchier d’acqua”.
Nel 2011 Gianni apre il suo primo punto vendita e dà vita alla catena Naturium. Naturium non è una normale insegna. Naturium è sia un’attività imprenditoriale che un progetto culturale, dove il luogo della promozione delle eccellenze agroalimentari è anche il luogo per sviluppare una solida coscienza della sostenibilità ambientale. Un progetto culturale che si pone anche l’obiettivo di sensibilizzare la comunità sul diritto al buon cibo, equo, giusto e solidale. Quando Gianni incontra le scuole spesso il tema di partenza è la filiera e l’importanza della sua tracciabilità, per poi porre l’attenzione sulle coltivazioni etiche e rispettose dei diritti e del lavoro, a tutte le latitudini.
Non c’è eccellenza locale alla quale Gianni negherà mai uno spazio sui suoi scaffali. Gianni, infatti, si ricorda ancora quando si svegliava presto al mattino, e con la sorella minore accompagnavano Vincenzina a raccogliere le castagne che poi portavano al mulino per trasformarle in farina. Allora erano cibi per i poveri, oggi sono ingredienti di eccellenza.
L’umanità di Gianni si manifesta completamente nella sua tensione a prendersi cura della sua comunità. Il benessere delle persone, l’opportunità che concede alle produzioni locali, si sommano ai piccoli gesti quotidiani. E se qualcuno dubitasse ancora dell’umanità Gianni Sgrò è sufficiente ascoltarlo mentre racconta di quello che la Calabria potrebbe essere ma non è, e scorgere nei suoi occhi un velo di tristezza.