Oggi più che mai l’Umanità deve essere messa al centro dell’agire delle imprese. L’umanità é chiamata ad essere sia la chiave per interpretare la società e gli stakeholder sia la guida per un’azione che sia profittevole e virtuosa allo stesso tempo mettere l’umanità al centro significa mettere al centro l’approccio, il modo di essere, la cultura d’impresa il modo di gestire le relazioni.
La nostra fonte di ispirazione
“Erano i tempi di mio padre e di Domenico Burzio, un binomio per me inscindibile. Io allora ero molto giovane e non avevo capito di loro che una parte. Vi era una realtà nel loro esempio, nel loro modo di affrontare i problemi della fabbrica, che sfuggiva a un esame razionale, a un esame unitario, a un esame che volesse confrontare le cose col metro dei raffronti, che volesse paragonare le cose soltanto ai risultati.
Questo qualcosa, l’ho detto, era invisibile ed era la loro grandissima umanità, per cui nella loro superiorità, quando discutevano o esaminavano il regime di vita o il regime di fabbrica, ciascun lavoratore era pari a loro, era un uomo di fronte a un uomo”. (Adriano Olivetti, “Le fabbriche del bene”)
La nostra visione
Si dice che la fabbrica più sociale sia quella che mette l’uomo al centro. Pur essendo un passaggio importante, un passaggio da mettere in evidenza, noi siamo convinti che si possa fare di più. Quando la fabbrica mette “le persone al centro”, al centro si trova un soggetto, un’entità, naturalmente umana, che pur tuttavia viene continuamente misurata, plasmata, misurata nuovamente con una logica che deriva dalla produttività dell’impianto. Insomma, l’uomo al centro dell’azienda non sfugge al giudizio delle sue prestazioni.
Metti la persona al centro e vedrai un lavoratore. Metti l’umanità al centro e incontrerai un uomo.