Incontro con Andrea Ferlin, fondatore e CEO di Professional Link
“Può l’industria darsi dei fini?”
Umanità e profitto, due parole antitetiche. Una inclusiva, l’altra escludente. L’umanità si fonda sul prendersi cura, sull’accogliere, sull’ascoltare per capire al meglio il bisogno. Il profitto si basa sull’efficienza e la massimizzazione del valore, quello economico: nulla che abbia a che fare con l’umanità. I concetti sono inconciliabili, apparentemente. Quello della ricerca del profitto è il paradigma che ha generato un mostro. Ha migliorato il benessere medio ma ha amplificato le disuguaglianze tanto che oggi l’1% delle persone più ricche al mondo detiene il 43% della ricchezza mondiale. Il paradigma dell’umanità è stato tollerato quando la congiuntura era favorevole, disinnescato quando l’economia entrava in crisi.
Creare qualcosa di inedito

di Professional Link
Di fronte a questo affresco dalle tinte fosche, ogni tanto penso ad Adriano Olivetti, l’uomo che disse: “Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell’indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica?”. Mi domando cosa penserebbe e cosa farebbe oggi vedendo la sicurezza delle “fabbriche” contemporanee stuprata quasi quotidianamente. Probabilmente, se l’avesse conosciuta, sarebbe andato a Cermenate a respirare l’aria della Professional Link srl.
A Cermenate, in provincia di Como, un imprenditore sta facendo crescere la sua azienda seguendo le tracce di Adriano: soprattutto sta riuscendo a coniugare profitto e umanità”. Lui si chiama Andrea Ferlin. L’azienda è la Professional Link, una società di telecomunicazioni. La loro storia comincia nel 1998. All’inizio Andrea Ferlin, classe 1967, è solo un socio e non ricopre alcuna carica. È il 2008, l’anno della crisi dei Subprime, quando Ferlin assume la carica di amministratore delegato dell’azienda che sta vivendo una crisi drammatica. Andrea si assume la responsabilità di pilotare l’azienda in acque più tranquille. Si dedica alla ristrutturazione dell’azienda prima e allo sviluppo e alla crescita poi. A modo suo: creando qualcosa di nuovo.
Creare qualcosa di inedito era il suo sogno fin da bambino. L’altra passione è la conoscenza, tanto da appassionarsi alla fisica “perché quel mondo nascosto può portare alla luce conoscenze al limite del sapere”.
Stile di management: prendersi cura
di impresa umana (Video 8:53)
È il padre Guido a trasmettere i valori sui quali Andrea costruirà la sua leadership di imprenditore. Guido Ferlin, diplomato in ragioneria, entra a lavorare in banca subito dopo aver conseguito il diploma. In 35 anni fa una solida carriera ricevendo incarichi anche all’estero. Guido aveva pochi inderogabili principi: un profondo senso del dovere, assumere gli impegni seriamente e portarli sempre a termine e, soprattutto, il rispetto per le persone che ci circondano. Concetti semplici e molta sostanza. Andrea farà tesoro di quelle lezioni, la più importante delle quali è stata data da Guido con l’esempio: rinunciare a creare qualcosa di proprio per senso di responsabilità nei confronti della famiglia. La famiglia è il suo centro di gravità il motivo essenziale per crescere professionalmente e sviluppare la carriera. I suoi punti di riferimento sono la moglie Germana, insegnante, e i figli Andrea, Alessia e Nicola che, non senza sacrifici, riuscirà a far laureare. Questa è la chiave di lettura dello stile di management di Ferlin: prendersi cura.
Lo stile di management si fonda anche sulla consapevolezza che nel suo ruolo, Andrea può influenzare la vita delle persone. Una decisione sbagliata può mandare in fumo i sacrifici fatti in passato dalle persone che oggi lavorano con lui. Questa consapevolezza è il terreno di coltura del senso di responsabilità al quale Ferlin fa spesso riferimento.
Il “patto” lavorativo.
Le relazioni tra le persone sono gli ingredienti alla base del progetto di Professional Link. La selezione delle persone che si avvicinano all’azienda è, quindi, un momento tra i più delicati e strategici. Lo sforzo più grande è quello di identificare il valore delle persone senza dimenticare le competenze tecniche. La qualcosa sembra una contraddizione in una azienda tecnologica. Ma se bisogna scegliere tra un fuoriclasse della tecnica e una persona con doti umane, la scelta cade sempre sulla seconda. Anche perché il primo patrimonio che Andrea intende difendere è la forza della squadra: un gruppo di persone animate dalla condivisione di una missione, dalle relazioni solide che nei momenti di crisi si compatta e procede verso la soluzione. Per questo le relazioni umane sono più importanti. Lo erano quando Andrea era ancora lontano dal diventare imprenditore, lo sono a maggior ragione oggi: “anche perché la tecnica la si può insegnare, i rapporti umani invece sono quasi qualcosa di innato”.
La relazione tra le persone e Professional Link si affida a due contratti: il contratto che regola il rapporto di lavoro, il tempo contro un corrispettivo economico, e soprattutto il “patto oltre il contratto” di olivettiana memoria. Ogni persona in Professional Link ha una percezione precisa del senso del proprio lavoro. Sono più “felicemente” produttive perché consapevoli che la maggiore produttività significa generare maggiori profitti e ridistribuire maggiori risorse. E la consapevolezza ha solide basi perché le maggiori risorse sono impiegate per produrre maggiore benessere e maggiore professionalità. Risorse che generano un impatto positivo nel territorio e nella comunità.
Ben-essere al lavoro
“Mettere l’attenzione sulla persona vuol dire mettere l’attenzione sulla sua vita. Quello che cerchiamo di fare è di spostare l’attenzione dalla persona all’umanità mettendola al centro dell’azienda. La cosa che ci sta impegnando è di dare all’umanità valore”, spiega Andrea.

Fornisce le più avanzate tecnologie di telecomunicazione dati e fonia, fisse e mobili, su tutto il territorio nazionale e in molti paesi all’estero.
Mette a disposizione soluzioni tecnologiche all’avanguardia che rispondono ai reali bisogni della persona e migliorano la vita delle aziende nostre clienti.
Gestire le persone con umanità, renderle felici di lavorare in Professional Link è il risultato di una semplice equazione. La felicità fuori dell’azienda e nell’azienda devono essere più vicine possibili. Venire a lavorare per costruire insieme ai colleghi un mondo che ha un valore sul mercato è la chiave per essere felici motivati. È quello cui punta Ferlin, “che la loro felicità si alimenti anche in azienda perché in azienda c’è un pezzo della loro vita”. E il benessere sul luogo del lavoro contribuisce sostanzialmente alla felicità. Il benessere che a che fare sia con lo spirito che anima l’azienda che con un ambiente fisico altrettanto attento alle persone. Per questo motivo sono stati installati sistemi di filtraggio dell’aria avanzati e l’illuminazione che segue il ritmo della giornata. Anche i quadri, vere opere d’arte, appesi in tutti gli spazi: Benessere e bellezza diventano fonti di ispirazione e di contaminazione e mezzi per alimentare la felicità. In questo modo è più probabile che le persone tornino a casa in famiglia la sera felici. È così che si innesca un circolo virtuoso grazie al quale la mattina dopo la persona torna in Professional Link con la “felicità amplificata”.
L’umanità non è un semplice fattore produttivo o un paradigma teorico è un modo di relazionarsi con tutti gli stakeholder, clienti compresi. Il prendersi cura è talmente radicato in Professional Link che il comportamento delle persone è sempre coerente chiunque incontrino. Andrea Ferlin ha invertito la tendenza nella fase di crisi del 2008 perché aveva visto la forza di Professional Link non era nella tecnologia ma nella capacità degli uomini dell’azienda di interpretare e di risolvere situazioni complesse. “Ci siamo focalizzati sul perché facciamo queste cose. Siamo andati sul mercato e abbiamo ascoltato le persone. Abbiamo colto le loro istanze e abbiamo cominciato a chiederci perché dovevamo fare qualcosa per loro. E la risposta è stata che avevano bisogno di noi. Abbiamo capito quale tipo di servizio costruire, come dare valore aggiunto e siamo partiti”.
Adottare l’ascolto come strumento è un fatto di cultura aziendale profonda. L’ascolto presuppone che la forza commerciale non sia animata dal solo profitto. Deve andare oltre. Il primo incontro serve per trovare la giusta soluzione e per incominciare a creare il clima di fiducia con il cliente. Il ruolo del commerciale è fondamentale soprattutto nella fase tra la firma del contratto e l’erogazione del servizio. In questa fase il commerciale deve rafforzare la fiducia dell’azienda committente nella scelta che ha compiuto e rispondere prontamente alle domande e ai dubbi. Infatti, quando un cliente sottoscrive un contratto Andrea dice che “firmiamo una promessa” in cui ci prendiamo cura del cliente. E, ricorda Andrea, quando assumiamo un impegno lo dobbiamo portare a termine.
Epilogo
“L’umanità è vita, la vita delle persone che lavorano qui dentro”. Andrea Ferlin l’ha detto semplicemente. La semplicità delle persone che hanno le idee chiare. E in tutto il nostro incontro non ha avuto un momento di incertezza. Ha parlato con la pacatezza delle persone che la usano per mascherare la loro irrequietezza, quella buona, quella che crea dipendenza, nel caso di Andrea, dalla cultura e dalla conoscenza. L’umanità trascende l’azienda che si prende cura del territorio e crede che la bellezza sia un generatore di benessere. È così che la storia di Professional Link incrocia l’arte che può essere considerata un asset aziendale. “L’arte ha sempre raccontato storie di bellezza. Nell’arte l’aspetto creativo mi ha sempre affascinato. Portare l’arte in azienda significa favorire la creatività avere una fonte di ispirazione per aspirare a vivere nel bello”, racconta Andrea.
Quando Andrea Ferlin assunse la carica di amministratore delegato di Professional Link lo stato di realtà era di un’azienda con una sede, quattro persone e perdite consistenti. Tredici anni dopo Professional Link ha rinnovato la sede principale di Cermenate, aperto un ufficio a Mantova e un punto di presenza a Bologna. Il fatturato previsionale per il 2021 è superiore ai 5 milioni di euro. Le persone sono cresciute fino a 32. Tra questi Andrea, con estrema discrezione, ripensando agli inizi, vede i visi familiari di Fabio, Elisa e Francesco che nei momenti più duri, quando le incognite e i pericoli erano maggiori delle certezze, hanno continuato a credere nel progetto di Professional Link. Sono stati gli “apripista” che insieme ad Andrea hanno contribuito a creare un modello di impresa socialmente innovativa nella quale oggi si riconoscono 32 persone.
Questo è il modello di impresa dove non c’è turn-over e dove i valori di fiducia appartenenza e, soprattutto, la responsabilità verso gli altri uniti all’umanità hanno portato Professional Link a raggiungere acque tranquille. Al termine dell’incontro Andrea fa una lunga pausa dalla quale riemerge dicendo probabilmente più a sé stesso: “devo molto a tutti ragazzi che ogni giorno si impegnano con me…”.
“Ogni tanto ci chiediamo se siamo così perché abbiamo successo o abbiamo successo perché siamo così”.
(Riccardo Taverna, 28 febbraio 2022)
Intervista di Vittorio Pentimalli e Riccardo Taverna
Video di Rita Cigolini