Mi occupo di ricerche di mercato e più in generale di “ascolto” da circa trent’anni. Sono stato cofondatore e amministratore di un’azienda che ha operato a lungo nel settore, adesso opero come free lance.

Conosco Riccardo da molti anni ormai e devo a lui la prima attenzione alla sostenibilità, che nei primi anni del secolo non era certo sulla bocca di tutti come oggi.

Certo, è senz’altro un bene che oggi si parli molto di sostenibilità, ma la sostenibilità da sola non basta a far cambiare le cose. Così come non basta la presenza di divisioni di Corporate Social Responsibility in molte aziende e neppure il fatto che molte facciano il bilancio di sostenibilità.

Viviamo un’epoca ferocemente bipolare; da un lato le molte iniziative e regolamentazioni per far sì che le aziende si comportino correttamente con i propri dipendenti e con gli stakeholders tutti; dall’altro lato la cruda realtà, spesso ancora dominata dal solo totem della redditività. E allora, per esempio, vediamo 

aziende che chiudono anche se non sono affatto decotte perché le proprietà (sempre più immateriali) trovano più conveniente andare a produrre altrove.

Sono ben conscio che il profitto è necessario ed è la leva che muove il mondo (e non ho nulla in contrario).

Tuttavia credo che profitto e dignità della persona debbano avvicinarsi nel concreto, non solo nelle dichiarazioni di intenti.

E quindi serve capire la lezione che ci viene da un passato neppure troppo lontano (Olivetti, ma non solo) e ritrovare gli elementi del suo ragionamento e del suo agire che ne hanno determinato la grandezza come uomo e come imprenditore. 

Questa è una sfida da vincere insieme alle molte persone per bene che popolano questo Paese.

Sul sito vittoriopentimalli.com qualche notizia in più su di me.